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La fede, risposta dell’uomo a Dio che si rivela

Febbraio 11, 2021

- Non possiamo permetterci di avere una fede come semplice adorno o come etichetta. Il fatto che molti cristiani vivano mondanamente rende più difficile comprendere e amare la virtù della fede. Una fede morta, senza opere, nei membri della Chiesa fondata da Cristo, causa alla Chiesa più danni di tutte le persecuzioni esterne che essa possa soffrire.

- La fede non è il risultato di una iniziativa umana, ma è la risposta a Dio che si rivela. Dio viene incontro all’umanità, convocando il suo Popolo che è la Chiesa. E, attraverso la Chiesa, viene incontro a ognuno di noi. Dobbiamo fare molta attenzione al “comandamento zero” della Legge di Dio: “Ascolta, Israele” (Dt 6, 3). La fede cresce accogliendo con fiducia e incondizionalmente la presenza e manifestazione misteriosa, umile e poderosa di Dio nella nostra vita.

“La realtà, nella sua misteriosa irriducibilità e complessità, è portatrice di un senso dell’esistenza con le sue luci e le sue ombre. È questo che fa dire all’apostolo Paolo: «Noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio» (Rm 8, 28). E Sant’Agostino aggiunge: «anche quello che viene chiamato male (etiam illud quod malum dicitur)» (Enchiridion de fide, spe et caritate, 3.11: PL 40, 236). In questa prospettiva totale, la fede dà significato ad ogni evento lieto o triste.

Lungi da noi allora il pensare che credere significhi trovare facili soluzioni consolatorie. La fede che ci ha insegnato Cristo è invece quella che vediamo in San Giuseppe, che non cerca scorciatoie, ma affronta «ad occhi aperti» quello che gli sta capitando, assumendone in prima persona la responsabilità” (Papa Francesco. Lettera apostolica Patris corde, n° 4).

- Fin dall’inizio della Creazione, Dio si rivela all’uomo mediante la sua opera. Possiamo parlare di una vera e propria rivelazione naturale di Dio, accessibile a tutti in ogni momento. La fede soprannaturale, che supera la conoscenza naturale di Dio, non può radicarsi nell’anima di una persona che nega l’evidenza, maltratta la verità, manipola il bene comune... Definitivamente, la fede non può mettere radici in un’anima superba che si crede all’altezza di Dio (cf. Gn 3, 5).

-  Ma Dio, che vuole che tutti si salvino, ci parla anche per mezzo di suo Figlio, con una rivelazione soprannaturale (cf. Ebr 1, 1-2). “Al darci, come ce lo ha dato, suo Figlio, che è la sua unica Parola – perché non ne ne ha un’altra-, ci ha detto tutto e una volta per tutte in questa sola Parola” (San Giovanni della Croce. Salita del monte Carmelo. Libro 2, cap. 22, n° 3).

- La fede cresce mediante l’incontro quotidiano con Cristo nella preghiera e nel lavoro, nella lettura della Parola di Dio, nell’accogliere i doni dello Spirito Santo nel mistero della Chiesa e nei segni umili e poveri del Regno di Dio. Abbiamo tutto il necessario per avere una fede che muove le montagne. Ogni giorno il Signore ci viene incontro per suscitare in noi una fede sempre più perfetta. Per lui “un giorno è come mille anni” (2Pt 3, 8). Il Signore non si lascia vincere in generosità e ogni giorno è una sorpresa infinita per chi accoglie il dono della fede e la coltiva con umiltà e fedeltà.

Per la vita: “Fissa lo sguardo solo in lui, perché in lui (la Parola, che è mio Figlio) ti ho detto e rivelato tutto, e lì troverai più di quanto chiedi e desideri. (...) Chi mi chiedesse (...) e volesse che io gli parlassi o gli rivelassi qualcosa (sarebbe) in certo modo come se mi chiedesse un’altra volta Cristo e più materia di fede, come se ne scarseggiasse, mentre è già stata data in Cristo. E così farebbe un grave affronto al mio amato Figlio, perché non solo mancherebbe di fede, ma è come se volesse obbligarlo a incarnarsi e a vivere e morire di nuovo come la prima volta. Non avrai nulla da chiedermi o da desiderare in quanto a rivelazioni o visioni extra che io possa darti. Osservalo bene, perché in lui troverai già fatto e dato tutto e ancora di più” (San Giovanni della Croce. Salita dell Monte Carmelo. Libro 2, cap. 22, n° 5).

Per la preghiera: “«¡Venite, saliamo sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe, perché ci indichi le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri». Poiché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore” (Is 2, 3). Saliamo sul monte del Signore. Viene il Messia, il Cristo; quando venga, ci farà sapere tutte le cose.